I cinque punti di calvinismo: Grazia irresistibile

I cosiddetti cinque punti del calvinismo ci insegnano tante cose, ma una delle lezioni più importanti che apprendiamo è che la nostra salvezza è l’opera del Dio Trino. La nostra depravazione ci impedisce di contribuire in alcun modo a essa, così Dio Padre sceglie chi salvare e dona questi “eletti incondizionatamente” a Dio Figlio. Dio Figlio salva questi eletti tramite la sua vita di ubbidienza, morte e risurrezione. Quello che Dio Figlio ha ottenuto per gli eletti viene quindi applicato, dato a questi ultimi da Dio lo Spirito Santo. Possiamo riassumere l’opera del Figlio con l’espressione “per gli eletti”, mentre possiamo riassumere l’opera dello Spirito Santo è “negli eletti”.

La Terza Persona della Trinità fa si che l’opera del Figlio non venga persa o rigettata da coloro che il Padre ha eletto e il Figlio ha redento. Il piano di grazia di Dio per il suo popolo sarà compiuto, non perché Dio preconosce il futuro, ma perché lui stesso lo porterà a compimento. È importante a questo punto chiarire cosa intendiamo quando diciamo che la grazia di Dio non può essere resistita. L’offerta graziosa di Dio nel vangelo purtroppo è resistita da molti. Dio chiama apertamente e sinceramente i perduti al ravvedimento e alla fede ma tale chiamata viene spesso rigettata. Quello che non può essere resistito è l’opera dello Spirito di Dio nella mente e nel cuore degli eletti. Quest’opera non costringe gli eletti a ravvedersi e a credere ma persuade e convince gli eletti a peccato, giustizia e giudizio. Lo Spirito Santo testimonia a coloro per cui Gesù è morto che Cristo è il Salvatore perfetto capace di salvare perfettamente (Ebrei 7:25).

Prove bibliche:

In Matteo 16:17, questa opera di illuminazione viene assegnata al Padre. Gesù risponde alla confessione Cristologica di Pietro dicendo: “Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli”. Nei versetti precedenti l’apostolo Pietro aveva affermato che Gesù fosse il Cristo, il Figlio del Dio vivente (v. 16). Questa conoscenza fu data a Pietro da Dio stesso.Pietro credeva in Gesù grazie alla testimonianza del Padre.

Ancora il Padre è all’opera ssecondo Giovanni 6:65. Gesù afferma: “nessuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre”. L’unico modo per andare al Figlio, un sinonimo di credere in Gesù, è se e perché il Padre lo concede. Senza questa opera del Padre, tramite lo Spirito Santo, nessuno crederebbe in Gesù.

In Filippesi 1:29 Paolo proclama: “Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui”. Credere in Cristo è una grazia che viene concessa agli eletti. La fede che salva non è il risultato del nostro salire in cielo, ma è un dono di Dio (Efesini 2:8). Tutto ciò che avviene dalla nostra elezione alla nostra professione di fede avviene per grazia. La fede non è un opera umana che viene premiata con la giustificazione ma un dono del “Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento” Giacomo 1:17).

“Ma quello che è impossibile all’uomo è possibile per Dio. Nessun peccatore e troppo duro o troppo ribelle”.

In 2 Corinzi 5:17-18 leggiamo “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio…” Ad un certo punto gli eletti vengono trasformati radicalmente, hanno i loro occhi aperti e vengono condotti a Cristo. Questa è la grazia irresistibile.

Nel suo dialogo con Nicodemo, Gesù riprende questo maestro in Israele perché non conosce le cose di cui Gesù sta parlando (Giovanno 3:10). Nicodemo è versato nella legge, è un pastore nella chiesa di allora eppure non capisce che per entrare nel regno di Dio deve nascere di nuovo (v. 3), o dallo Spirito (v. 5). Lo Studio della Parola di Dio è importantissima, ma senza l’opera delle Spirito Santo le cose spirituali sono pazzia per l’uomo naturale (1 Corinzi 2:14).

Questa grazia irresistibile viene rappresentata nelle Scritture con diverse immagini e illustrazioni.

In Ezechiele 36 e 37 il profeta viene chiamato a predicare a una valle di ossa secche. Normalmente tale sforzo sarebbe inutile. Le ossa secche non possono rispondere alla predicazione di un profeta. Ma Dio rassicura il profeta che le ossa torneranno a vivere. Al capitolo 37 leggiamo:

Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi dicono: «Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!» Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, DIO: «Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele. Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto», dice il SIGNORE.

Il popolo, morto nelle proprie trasgressioni e peccati è spiritualmente morto, incapace di volgersi a Dio. Dio promette di resuscitare il suo popolo, di dargli vita e di dargli la conoscenza di YHWH.

Al capitolo 36 Dio promette al suo popolo che egli rimuoverà il loro cuore di pietra e gli darà un cuore di carne (36:26). L’idea rappresentata qui è che Dio rimuoverà un cuore indisponibile e ribelle e implanterà un cuore nuovo, purificato e pronto a ricevere la grazia di Dio in Cristo.

In Giovanni 3 la grazia irresistibile viene paragonata alla nascita. Agli eletti viene dato di nascere di nuovo, di nascere dall’alto, di nascere da Dio. Lo Spirito da sovranamente vita a chi vuole (gli stessi che il Padre vuole). Così come un bambino non decide la propria concezione e nascita, così anche noi che siamo scelti da Dio riceviamo vita da Dio diventando una nuova creazione. Liberati dal dominio dei peccati, con la vista recuperata, un cuore disponibile siamo ora pronti e volenterosi (Salmo 110:3) ad arrenderci a Cristo e a riceverlo come nostro Salvatore e Signore.

Definizioni storiche:

Il Catechismo Minore di Westminster afferma alla domanda 31:

La chiamata efficace è l’opera dello Spirito di Dio, mediante la quale, convincendoci del nostro peccato e miseria, illuminando le nostre menti con la conoscenza di Cristo, e rinnovando le nostre volontà, egli ci persuade a, e rende capaci di, appropriarci di Gesù Cristo, offertoci gratuitamente nel Vangelo.

Questa chiamata efficace dello Spirito si distingue dalla chiamata generale del vangelo. Quest’ultima viene continuamente rigettata dal peccatore, mentre la chiamata efficace di Dio è irresistibile. Abbiamo un esempio chiarissimo al Golgota. Affianco a Gesù vi erano crocifissi due malfattori. Matteo ci dice che entrambi deridevano Gesù insieme agli altri presenti (Matteo 27:44). In seguito, Luca ci dice che uno dei due ladroni fu cambiato dalla grazia di Dio. Invece di offendere Gesù lo difendeva. Invece di deridere Gesù lo riconobbe come il Cristo (Luca 23:42). Entrambi i ladroni videro e sentirono le stesse cose, eppure uno morì reprobo mentre l’altro morì credente e giustificato. La differenza tra i due ladroni sta nell’opera rigeneratrice dello Spirito Santo. Entrambi udirono la chiamata generale del vangelo, ma uno di loro ricevette una chiamata efficace, che lo convinse di peccato, illuminò la sua mente con la conoscenza di Cristo, rinnovò la sua volontà e reso capace di appropriarsi di Cristo.

I Canoni di Dort affermano:

Del resto, quando Dio esegue questo suo beneplacito sugli eletti o quando li converte, egli non fa solo in modo che il Vangelo sia predicato esteriormente e non illumina solo potentemente la loro intelligenza mediante lo Spirito Santo perché comprendano e discernano rettamente le cose che sono dello Spirito di Dio, ma, mediante l’efficacia dello stesso Spirito di rigenerazione, penetra fin nelle profondità dell’uomo, apre il cuore che è chiuso, smuove il cuore duro, circoncide il prepuzio del cuore, espande nuove qualità nella volontà e fa sì che da morta essa diventi viva, da cattiva buona, da non volente volente, da scontrosa obbediente, agisce in essa e la fortifica in modo che, come l’albero buono, possa produrre nuovi frutti. [1]

La chiesa di Dio in questi documenti riconosce che questo cambiamento che gli eletti sperimentano è l’opera onnipotente e graziosa di Dio nel loro cuore. Senza questa opera nessuno potrebbe ricevere i benefici dell’opera espiatrice di Cristo.

Implicazioni pratiche:

Cosa impariamo da questa dottrina? Così come per gli altri punti ci viene ricordato che non abbiamo meriti nella nostra salvezza. Noi siamo semplicemente dei beneficiari. Noi riceviamo la grazia di Dio perché Dio nella sua grazia ci rende pronti a riceverla. Se non abbiamo meriti non abbiamo ragione di gloriarci o di denigrare i perduti. Alle volte involontariamente giudichiamo coloro intorno a noi che rigettano il vangelo, pensando che in qualche modo noi siamo differenti. La realtà è che senza la grazia di Dio in noi, noi saremmo come loro. Senza l’intervento della grazia divina anche noni rigetteremmo il vangelo e la salvezza che Dio offre nel vangelo. Questa dottrina c’insegna l’umiltà.

Inoltre, siamo incoraggiati a lodare Dio per la sua opera salvifica. Lodarlo non solo perché ha mandato Gesù a morire al posto nostro, ma ci ha anche dato lo Spirito Santo affinché questi applicasse i benefici di Cristo a noi. Dio è l’autore della nostra salvezza dal principio alla fine.

Siamo spronati a pregare per i perduti. I nostri argomenti non persuaderanno nessuno al ravvedimento e alla fede. I sermoni del nostro sermone, per quanto buoni e ben predicati, non salveranno nessuno a meno che Dio nella sua infinita misericordia non accompagna la sua chiamata generale del vangelo con la sua chiamata efficace dello Spirito Santo. Preghiamo che lo Spirito Santo operi nei cuori dei nostri figli, amici, colleghi, familiari e anche dei nostri nemici, affinché Dio apra i loro occhi e gli doni il ravvedimento e la fede.

Infine, abbiamo motivo di sperare. La salvezza dei perduti non è nelle nostre mani, ma nelle mani di Dio. Noi non possiamo convincere nessuno e salvare nessuno. Ma quello che è impossibile all’uomo è possibile per Dio. Nessun peccatore e troppo duro o troppo ribelle. Saulo da Tarso recalcitrava contro il vangelo. La sua resistenza era inutile. Dio lo aveva scelto prima della fondazione del mondo. Per Saulo da Tarso Gesù morì sulla croce. Perciò lo Spirito di Dio operò nel cuore di Saulo e lo condusse a Cristo a vita eterna. L’opera che Dio ha iniziato, quella porterà a compimento.

[1] I Canoni di Dort, 3/4.XI

Gavino Fioretti

Gavino Fioretti è nato a Porto Torres, Sardegna ed è il pastore della Chiesa “Kiltearn”, una chiesa presbiteriana che appartiene alla Free Church of Scotland. La chiesa si trova a Evanton, un piccolo villaggio nel nord della Scozia. Egli ha studiato tre anni al Free Church Seminary e ha conseguito il BA all’ Highland Theological Seminary.  Sposato dal 2000 con Elisabetta, ha quattro figli.

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