I cinque punti di Calvinismo: Elezione incondizionata
In un precedente articolo ho provato a definire e difendere la dottrina biblica e riformata della totale depravazione. Questa dottrina insegna che ogni aspetto dell’essere umano è danneggiato dal peccato e rende tutti noi incapaci di volere e ottenere la salvezza e la vita eterna. In questo articolo vorrei affrontare un tema strettamente collegato che è quello della elezione incondizionata.
Affermata nella Scrittura
In Deuteronomio 7:6-8 leggiamo:
Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra. Il SIGNORE si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il SIGNORE vi ama…
Israele è il popolo di Dio perché Dio si è affezionato a loro e in virtù di questo amore li scelse per essere suoi. La scelta di Dio non dipende dalla presente o futura fedeltà del popolo. Israele non è migliore di altri popoli. La storia del popolo scelto è una storia di debolezza e fallimento spirituale. Dio scelse Israele nonostante la loro debolezza e nonostante sapesse che avrebbero fallito.
In Esodo 33:19 Dio dice a Mosè, «farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». Questo versetto viene usato dall’apostolo Paolo come prova della sovranità di Dio nell’opera salvifica. L’esegesi apostolica non potrebbe essere più chiara. In Romani 9:16 Paolo scrive: «Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre ma da Dio che fa misericordia».
Lo stesso apostolo nel primo capitolo della sua epistola agli Efesini afferma senza mezzi termini che Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo (v. 4), ci ha predestinati nel suo amore a essere adottati (v. 5). Nel versetto successivo spiega che la motivazione per questa scelta è il disegno benevolo della sua volontà. Al versetto 11 conclude dicendo che in Cristo siamo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà.
Confessata dalla chiesa
Una delle grandi riscoperte della riforma protestante fu proprio questa. Un ritorno alle Scritture ma anche ai Padri della chiesa. La chiesa riformata sintetizzo questo insegnamento biblico nei Canoni di Dort ma anche nella Confessione di Fede di Westminster. Quest’ultima al capitolo 3 paragrafo 4 confessa:
Coloro che fra l’umanità sono predestinati alla vita, Dio, prima che fosse posta la fondazione del mondo, secondo il Suo eterno e immutabile proposito, e il segreto consiglio e il beneplacito della Sua volontà, li ha scelti, in Cristo, ad eterna gloria, sulla sola base della Sua libera grazia ed amore, senza alcuna previsione di fede, o di buone opere, o di perseveranza in alcuna di esse, o di qualunque altra cosa nella creatura, come condizioni, o cause che Lo inducessero in tal senso; e tutto a lode della Sua gloriosa grazia.
I Canoni di Dort all’articolo 7 afferma:
Ora l’elezione è il disegno immutabile di Dio, mediante il quale, secondo il liberissimo beneplacito della sua volontà, per pura grazia, egli ha eletto prima della fondazione del mondo per la salvezza in Gesù Cristo fra tutto il genere umano, decaduto per sua propria colpa dalla sua originaria integrità nel peccato e nella perdizione, una determinata moltitudine di uomini né migliori né più degni di altri, ma che si trovavano assieme a loro nella stessa miseria.
Entrambi questi documenti storici confessano che la salvezza viene data ai peccatori secondo la scelta sovrana di Dio.
Rigettata da molti
Nonostante la chiara rivelazione della Parola di Dio molti rifiutano questa dottrina. È probabile che chi legge questo articolo ha dei dubbi a riguardo o ne ha avuto in passato con questo insegnamento. Le principali obiezioni sono tre.
La prima è che tale insegnamento renderebbe Dio ingiusto. Mi ricordo che la prima volta che mi parlarono di elezione e sovranità di Dio rimasi molto offeso e dissi qualcosa del tipo: “Questo non è il mio Dio”. La realtà era che il Dio in cui credevo era un dio a mia immagine e somiglianza e non il Dio della Bibbia. In Romani 9:20 Paolo prevede una obiezione del genere e al risponde: «Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: “Perché mi hai fatta così?”» Nessuno di noi può accusare Dio di essere ingiusto per aver scelto alcuni ma non tutti a salvezza. Dio non è debitore di nessuno e non deve rendere conto a nessuno. Inoltre, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che alla luce della depravazione umana, Dio avrebbe il diritto di condannare tutti. Se Dio dovesse agire strettamente secondo la sua perfetta giustizia periremmo tutti (Salmo 130).
Una seconda obiezione è che la scelta di Dio è fondata sulla sua preconoscenza. Chi crede questo si basa sulle parole che troviamo nella prima lettera di Pietro in cui l’apostolo chiama i suoi lettori «eletti secondo la prescienza di Dio Padre» (1:2). Apparentemente questo versetto sembra insegnare che Dio sa chi crederà in Cristo e quindi elegge tali persone a salvezza. Questa obiezione è molto debole. Prima di tutto che bisogno avrebbe Dio di eleggere coloro che lui sa crederanno? Tale scelta è inutile e non necessaria. Se qualcuno sceglie Dio che bisogno c’è per Dio di scegliere quel qualcuno?
Un altro problema con l’elezione condizionata dalla prescienza divina è che interpreta male quello che la Bibbia insegna. Conoscenza nella Scrittura ha un significato molto più ampio di come viene usato oggi. Ad esempio il rapporto intimo e fisico tra un uomo e una donna viene chiamato conoscere. In Genesi 4:1 leggiamo che Adamo conobbe Eva. Il risultato di questa conoscenza è la nascita di Caino. Lo stesso linguaggio lo troviamo al versetto 25 dello stesso capitolo riguardo la nascita di Seth. Chiaramente conoscenza in questo contesto comprende l’idea di amore e unione. Nel Salmo 1 al versetto 6 leggiamo che Dio conosce la via dei giusti. Dio però conosce anche la via degli ingiusti. Per capire di che tipo di conoscenza sta parlando basta leggere la seconda parte dello stesso versetto in cui afferma che la via degli empi conduce a rovina. Questo versetto non insegna che Dio conosce solo la via dei giusti ma che lui approva quello che i giusti fanno e premiandoli, mentre la via degli empi lui disapprova e condanna. Alla luce di questo la prescienza di Dio vuol dire semplicemente che Dio ha amato delle persone e alla luce di questo amore le ha scelte. Vediamo tutto ciò confermato in Deuteronomio 7:7-8 dove Mosè informa il popolo d’Israele che Dio li ha scelti perché si è affezionato a loro è perché li ama.
Una terza obiezione che viene mossa alla dottrina dell’elezione incondizionata è che mina la libertà dell’uomo. Se la salvezza di un individuo dipende dalla scelta sovrana di Dio l’uomo non ha il libero arbitrio. Io penso che spesso si confonda il libero arbitrio con la scelta libera. L’essere umano è costantemente chiamato a fare delle scelte ed in questo senso ha la libertà si scegliere. Quello che l’essere umano non è capace di fare e di scegliere la cosa giusta. Il motivo di questa incapacità si trova nel fatto che ogni aspetto dell’essere umano sono stati corrotti dal peccato. Anche la libertà dell’uomo è quindi soggetta alla caduta. L’uomo vuole e quindi sceglie quello che il suo cuore corrotto desidera. Quindi la volontà dell’uomo non è libera ma schiava. Anche la volontà divina è controllata dal carattere di santo e giusto di Dio. Dio non sceglie il male perché il suo carattere gli e lo impedisce. L’uomo senza Dio non sceglie il bene perché il suo carattere peccaminoso gli e lo impediscono.
Grandemente incoraggiante
Questa dottrina ci incoraggia prima di tutto all’umiltà. Se siamo salvati, se siamo nel regno di Dio non è perché Dio ha visto qualcosa di buono in noi ma per la sua scelta sovrana. Se siamo membri del popolo di Dio è solo perché lui si è affezionato a noi, ci ha amati e quindi scelti. Noi non siamo meglio di coloro che non credono, siamo solo delle persone graziate dal Dio Trino.
Siamo anche incoraggiati all’evangelizzazione e alla missione. Dio apparve una notte a Paolo durante il suo ministero a Corinto e lo incoraggiò a continuare dicendogli: «ho un popolo numeroso in questa città» (Atti 18:10). Dio incoraggio il suo servo facendogli sapere che vi erano molti eletti a Corinto. Gesù poco prima di chiamare i peccatori a sé in Matteo 11:28 ringrazia il Padre per aver nascosto queste cose ai sapienti e averle rivelare ai piccoli (v. 25). La chiamata del vangelo non è ostacolata dalla volontà sovrana di Dio, ma ne è rafforzata.
Questa dottrina ci rassicura che la nostra salvezza è sicura. Se io sono salvato non per la mia volontà ma per quella di Dio non ho niente da temere. La mia volontà cambia continuamente, ma quella di Dio è immutabile. Dio non cambia idea.
Infine, siamo incoraggiati a lodare Dio e a glorificarlo. Se la nostra salvezza è la decisione di Dio la gloria è solo sua. Paolo ci dice che la salvezza è per grazia cosicché nessuno si glori. La nostra salvezza appartiene all’eterno dall’inizio alle fine e quindi SOLI DEO GLORIA.