Le tre “T” della risurrezione: perché possiamo credere alla buona notizia della Pasqua
La Pasqua ci mette di fronte a un’affermazione: Gesù di Nazareth è risorto dai morti. Questa è l’affermazione centrale del cristianesimo. Se Cristo non è risuscitato, allora non c’è il cristianesimo! Non è una questione d’opinione personale. Molte persone pensano che non importa se il cristianesimo è vero, fintanto che è utile per te personalmente. Alcune dicono, “Non penso che sia giusto o sbagliato, fintanto che la tua fede ti aiuta a essere una persona migliore”. Ma, non è cosi con il cristianesimo. Il Vangelo fa una dichiarazione obbiettiva.
Sapete la differenza tra una dichiarazione obbiettiva e una soggettiva? Una dichiarazione soggettiva, per esempio, è così: “Il gelato alla nocciola è il migliore”. Non è un fatto; è solo un’opinione. Una dichiarazione obbiettiva, invece, è così: due più due fa quattro. Non è una questione di opinione. È un fatto che ci piaccia o no. Se è vero, tutti dovrebbero crederci. Se è falso, nessuno dovrebbe crederci.
Nello stesso modo, il Vangelo è così. Fa una dichiarazione obbiettiva. Dice che qualcosa è successo 2000 anni fa, cioè, la risurrezione di Cristo. Come ogni altra dichiarazione storica, dobbiamo esaminare le prove storiche e sulla base di ciò concludiamo che degli eventi particolari sono accaduti o non sono accaduti, che ci piaccia o no. È così per ogni evento nella storia. Per esempio, come possiamo essere sicuri che Ambrogio visse a Milano? Oppure come possiamo conoscere alcuni fatti dei Romani antichi? Esaminiamo le prove. La verità di un evento è determinata dalla probabilità delle prove a sostegno.
E la Bibbia ci fornisce prove storiche in merito alla risurrezione di Cristo. In 1 Corinzi 15:1-9, l’apostolo Paolo ce ne ha date tre: 1) la TOMBA vuota; 2) i TESTIMONI oculari; 3) la TRASFORMAZIONE degli apostoli.
Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l’ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano. Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all’aborto; perché io sono il minimo degli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio.
I. La TOMBA vuota
Paolo predica la tomba vuota come fatto storico e parte fondamentale del vangelo. Scrive, «Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato…Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture». Il vangelo, secondo Paolo, è la notizia di un evento particolare nella storia. È un messaggio da credere. Una parte vitale di questo messaggio è la tomba vuota. Se il corpo di Gesù era nella tomba dopo il terzo giorno, allora il Vangelo è un falso messaggio. Se le ossa di Gesù sono nel terreno da qualche parte, allora il Cristianesimo non è vero e nessuno dovrebbe crederci.
La dichiarazione del Cristianesimo, tuttavia, è che la tomba di Cristo è vuota. Il Vangelo proclama un Salvatore risorto, non morto. Dice che il Dio santo, che richiede da tutti gli uomini giustizia perfetta e un pagamento completo per i loro peccati, ha fornito questa giustizia e il pagamento attraverso la Persona e l’Opera di Gesù Cristo. L’affermazione del cristianesimo è che Cristo ha vissuto una vita perfetta di obbedienza, è morto sulla croce per l’espiazione dei nostri peccati, ed è stato risuscitato di nuovo il terzo giorno. Questa testimonianza richiede una tomba vuota.
Una tomba vuota è esattamente ciò che le persone hanno trovato la domenica di Pasqua. Quando le donne andarono alla tomba, il corpo di Gesù non c’era. Quando Pietro e Giovanni andarono alla tomba, trovarono che era come le donne avevano detto: vuota. Questa affermazione da sola non prova che la risurrezione sia avvenuta. Nonostante ciò, è un’affermazione che ogni persona deve prendere in considerazione. Non possiamo ignorarla come una fiaba. Perché nel mondo contemporaneo di Gesù nessuno contestava il fatto che la tomba era vuota. Persino coloro che erano contrari al cristianesimo, come le autorità romane e i capi religiosi ebrei, non contestarono l’affermazione che la tomba di Gesù era vuota.
Se è vero, tutti dovrebbero crederci. Se è falso, nessuno dovrebbe crederci.
Matteo ci dice nel suo vangelo che i capi ebrei hanno corrotto i soldati romani perché dicessero che il corpo era stato rubato. Ovviamente, se il corpo di Gesù fosse ancora nella tomba, non lo avrebbero fatto. Se il corpo di Gesù fosse ancora nella tomba, avrebbero potuto recuperarlo e il cristianesimo sarebbe finito. Avevano i motivi, i mezzi e l’opportunità per farlo. Le voci della risurrezione di Gesù era un imbarazzo per loro. Ma non potevano, perché il corpo era sparito.
Questo è esattamente il motivo per cui molte delle teorie offerte dai moderni scettici sono così assurde. Per esempio, alcuni hanno suggerito che i discepoli erano molto turbati psicologicamente e hanno avuto allucinazioni e credevano di averlo visto. Oppure c’è la teoria che le donne sono andate alla tomba sbagliata di domenica. Vedendo una tomba vuota, presunsero che Gesù fosse risorto dai morti. Ma in questi casi, gli ebrei e i romani avrebbero potuto mostrare a tutti il corpo e le voci della sua risurrezione sarebbero finite. Era impossibile farlo, però, perché la tomba era vuota. Come la chiesa cristiana confessa da 2000 anni, Cristo “fu crocifisso, morì e fu sepolto…il terzo giorno risuscitò da morte”.
La verità di un evento è determinata dalla probabilità delle prove a sostegno. La prima prova è la tomba vuota. Questa è la prima “T”. La seconda, tuttavia, è i testimoni oculari.
II. I TESTIMONI oculari
La tomba vuota da sola non stabilisce il fatto della risurrezione. Dopo che le donne e i discepoli videro la tomba vuota, non iniziarono subito a proclamare la risurrezione, perché non erano ancora convinti. Le tombe venivano spesso derubate in quei giorni. Ma poi, hanno visto Gesù. C’è l’affermazione dei testimoni oculari della sua risurrezione. Paolo ci dice nei versetti 5-6 che Gesù «apparve a Cefa», ossia, Pietro, «poi ai dodici», cioè, il resto dei discepoli, e «poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita». La resurrezione di Gesù è stata verificata da centinaia di testimoni oculari. E nell’anno 55 d.C., quando Paolo scrisse questa lettera alla chiesa di Corinto, la maggior parte era ancora in vita. Una frode non offre alle persone l’opportunità di verificare i fatti nel modo che Paolo ha dato ai Corinzi. Non è così che iniziano i miti o le leggende. Se vuoi iniziare una religione basata su un mito o una leggenda, non offri alle persone l’opportunità di scoprire i fatti! Quando le persone scoprono i fatti, la bufala si disintegra rapidamente. Ma il Vangelo non è una bufala o una fiaba. Invece, è notizia su un evento accaduto.
Ecco perché Luca inizia il suo vangelo con queste parole:
Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine…perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate (Luca 1:1-4).
Ecco perché Giovanni inizia la sua prima lettera così: «Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato…noi lo annunciamo anche a voi» (1 Giovanni 1:1,3). Questi non erano pazzi. Non erano ubriachi. Erano uomini sani di mente. Hanno registrato ciò che hanno visto con i loro occhi. Ecco perché Pietro si alzò alla Festa di Pentecoste e predicò coraggiosamente la risurrezione di Cristo, dicendo, «Questo Gesù Dio lo ha risuscitato; di ciò noi tutti siamo testimoni» (Atti 2:32). E scrive nella seconda lettera, «non siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma siamo stati testimoni oculari» (2 Pietro 1:16).
La verità di un evento è determinata dalla probabilità delle prove a sostegno.
La fede cristiana si basa sui fatti storici e non ha niente a che fare con la “fede cieca”! La verità di un evento è determinata dalla probabilità delle prove a sostegno. In questo caso, la probabilità è molto forte. C’è la prova della tomba vuota e c’è la prova dei testimoni oculari. Queste sono le prime due “T”. Poi, c’è la trasformazione degli apostoli.
III. La TRASFORMAZIONE degli apostoli
Paolo dice nei versetti 8-9 che Cristo «apparve anche a me, come all’aborto; perché io sono il minimo degli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio». Come possiamo spiegare la trasformazione di Saulo di Tarso? Questo era un uomo che era altamente educato e aveva una carriera promettente. Era un membro distinto dei farisei. Era zelante per il giudaismo e dimostrava la sua devozione a Dio perseguitando i cristiani. Pragmaticamente, aveva tutto da perdere e niente da guadagnare nel diventare un apostolo. Che cosa lo spinse a buttare via tutto e unirsi al gruppo che aveva perseguitato precedentemente? I soldi? Il potere? Una vita comoda con una casa bella? No, a Paolo non è stata promessa nessuna di queste cose.
Invece, la sua conversione gli è costata tutto. Ha sofferto molto per 30 anni come apostolo. Come egli dice in 2 Corinzi 11:24-28,
Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli; in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spese volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità. Oltre a tutto il resto, sono assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese.
Alla fine, non è andato in pensione. Anzi, fu martirizzato a Roma. Ma perché? Aveva sopportato tutto questo per qualcosa che sapeva che era vero. Era un testimone oculare del Cristo risorto.
Era lo stesso per tutti gli apostoli. Solo la risurrezione di Gesù e il potere dello Spirito Santo potevano trasformare questi 11 codardi in modo che diventassero audaci predicatori della verità. Quando Gesù fu crocifisso, fuggirono. Si sono nascosti. Avevano paura dei romani e degli ebrei. Ma dopo aver visto Cristo risorto e ricevuto il potere dallo Spirito Santo, furono trasformati. Proclamarono pubblicamente la risurrezione di Cristo a Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra, per il resto della loro vita.
La storia della Chiesa ci dice che:
Giacomo fu decapitato a Gerusalemme nel 44 d.C.
Filippo fu crocifisso in Grecia nel 54.
Andrea fu crocifisso lì sei anni dopo.
Matteo è stato decapitato in Etiopia nel 60.
Pietro fu crocifisso a testa in giù a Roma nel 64.
Tommaso fu ucciso con lance in India nel 70.
Bartolomeo fu scorticato vivo in Armenia.
Simone lo Zelota fu martirizzato in Persia.
Taddeo fu crocifisso in Grecia nel 72.
Mattia, l’uomo che sostituì Giuda Iscariota, fu lapidato e decapitato a Gerusalemme.
Giovanni fu esiliato sull’isola di Patmos.
Tutti hanno affrontato la morte senza rinnegare il Vangelo. Se avevano rubato il corpo di Gesù, perché soffrirono così tanto per qualcosa che sapevano non era vero? Perché erano disposti a morire per qualcosa che sapevano essere falso? Cosa era il vantaggio? Allora, la verità di un evento è determinata dalla probabilità delle prove a sostegno. Per quanto riguarda la resurrezione di Cristo, ci sono troppe prove per negare che era successo: la tomba vuota, i testimoni oculari, e la trasformazione degli apostoli. Le tre “T”.
Ecco il messaggio che la Pasqua ci proclama. Il Cristo risorto vi dice: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» (Giovanni 11:25)